Fiume Reno


IL FIUME RENO PROTAGONISTA DELLA STORIA DI POGGIO RENATICO

Il fiume Reno è uno degli elementi portanti della memoria storica di Poggio Renatico e del suo territorio: fonte di vita o di distruzione, con le sue piene e le sue rotte ne ha fortemente influenzato l'assetto urbanistico e architettonico, così come il cammino economico e sociale.    

La sistemazione idrografica di quello che già nel ‘400 il Consiglio dei XII Savi considerava "fiume rapido, et presto de fuga, et di grande acqua" vide per secoli contrapporsi ferraresi e bolognesi. Rilievi, progetti e discussioni di prelati, idraulici e avvocati erano finalizzate a individuare come inalveare il Reno nel Po: estensi e felsinei cercavano di allontanare ciascuno le sue acque dai propri territori.

Questa la principale cronologia:
  • 1460 - Al fiume, che vagava nelle valli a seguito di rotte, viene assegnato un alveo che passa vicino al Finale e alla Bastia.
  • Fine XV secolo – Il Reno rompe ancora ed entra nella Valle Sammartina: Ercole I d'Este per bonificare la zona apre un nuovo cavo fino al Traghetto per poi reimmettere il fiume in Po.
  • 1526 – Il Reno è di nuovo vagante: viene immesso nel Po a Porotto dopo la transazione, nel 1522, tra Bologna e Alfonso I d'Este.
  • 1538 – Ercole II d'Este realizza un'opera idraulica che obbliga le acque a piegare verso il ramo di Ferrara.
  • 1592 – Alfonso II d'Este chiude il Po di Primaro per conservare navigabile, con le acque del Reno, il ramo di Volano.
  • 1604 – Clemente VIII (nel 1598 era terminata la linea legittima di casa d'Este e ne era seguita la devoluzione del territorio ferrarese allo Stato Pontificio) fa deviare il Reno dal Po di Ferrara, lasciandolo espandere nel profondo bacino della valle Sammartina e scavando il Po di Ferrara per attrarre le acque del ramo di Venezia.
  • 1714– Una rotta a Sant'Agostino, nella campagna dei Panfili (rotta Panfilia), scava un nuovo alveo al fiume, che si espande nelle Valli di Poggio Renatico e di Marrara.
  • 1724 – Benedetto XIV inizia i lavori di costruzione del Cavo Benedettino: l'Idice viene condotto in Primaro e viene costruito un nuovo alveo per le acque del Reno da portare in Primaro. Il nuovo cavo ben presto si interrò.
  • 1767-1795 – Per opera di Clemente XIII il Reno viene inalveato e arginato dalla rotta della Panfilia al Cavo Benedettino. Il cavo fu scavato, sistemato e condotto in Primaro al Traghetto, abbreviandone il percorso.
  • 1805 – Con Napoleone Bonaparte si progettò di immettere le acque del Reno nel Po Grande mediante un escavo di circa dieci miglia, dalla rotta detta Panfilia a Bondeno e di qui, tramite il corso finale del Panaro, in Po a Palantone. Il Cavo Napoleone, ribattezzato Cavo Napoleonico, fu ultimato però solo nel 1964 e da allora assunse la funzione di scolmatore, accanto a quella di organo irriguo a servizio del Canale Emiliano Romagnolo.

  

Soltanto dopo l'inalveamento artificiale nel corso attuale (1724) iniziò nel territorio di Poggio Renatico la bonifica su larga scala e si costituirono le prime possessioni rurali. Intorno a esse, grazie al miglioramento delle condizioni idrauliche dell'area, si svilupperà l'abitato.
Nel recente passato le acque del Reno hanno invaso il paese ancora nel 1842 (13 settembre, rotta "Passerina", dal nome del fondo in cui avvenne, ricordata da una lapide nella residenza municipale), nel 1864, nel 1889, nel 1896, nel 1949 e nel 1951.

  
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