Le Ville


A testimoniare le origini rurali di Poggio Renatico sono fra l'altro le ville padronali. All'inizio dell''800, quando divenne definitivo l'inalveamento del fiume Reno, il territorio poggese venne scelto infatti come nuovo insediamento da vari imprenditori agricoli bolognesi che concepivano e attuavano la bonifica agraria con lottizzazioni ad ampio raggio.
 
Villa Sanguettola
Questa antica residenza signorile di campagna apparteneva ai conti Zucchini (imparentati ai marchesi Costabili di Ferrara), che furono tra i principali protagonisti della bonifica agraria. Deve forse il suo nome all'uso di curare con le sanguisughe diverse malattie, fra cui la malaria che imperversava in questi luoghi.

Con le sue sessantaquattro stanze e la cappelletta ottocentesca, essa sorge isolata, a ridosso del fiume Reno. La facciata rivolta verso l'argine e l'antico parco fanno supporre che essa fosse stata eretta prima della costruzione del Cavo Benedettino, ma richiamano a tempi più recenti i suoi caratteri architettonici, le insistenti nervature in cui sono suddivise le pareti esterne.
Qualche modesta e tronca balaustra di coronamento, poche finestre ovali, fra il laconico ritmo delle piatte aperture rettangolari, sono proprie delle case utilitarie ottocentesche.
Il conte Antonio Zucchini, padre del conte Gaetano, morto in giovane età, l'aveva eletta a sua residenza e pretese la costruzione del terzo piano per poter guardare dall'alto le immense estensioni delle sue terre.
All'interno si notano decorazioni a guazzo e la sala da pranzo conserva la ‘boiserie' per fugare l'invadente umidità.
Nel corso della seconda guerra mondiale la villa fu utilizzata come sede del comando tedesco e luogo di raccolta dei rastrellati per il campo di concentramento o per l'invio al lavoro coatto alla Todt, il più grande cantiere edile del conflitto, nonché macchina per lo sfruttamento di risorse materiali e umane.
 
Va ricordata anche Villa Vezzani, che costituisce un tipico esempio di villa padronale del XIX secolo e che venne costruita sempre dai conti Zucchini, i quali fecero edificare la residenza per farne il quartier generale della loro grande impresa agricola.
L'edificio, dalle linee sobrie, è caratterizzato da un bel portale bugnato e da logge laterali ed è coronato di 18 ettari di parco, al quale si accedeva dal grandioso portone d'ingresso; all'interno non ha ampi locali di rappresentanza, ma conserva decorazioni a tempera di inizio ‘900. Conta invece una chiesetta.

Di fronte all'ex abbazia di San Michele si erge Villa Gualandi, che pare risalga al XVIII secolo: nel 1862 l'allora proprietario, Carlo Ferraresi, la fece restaurare con l'aggiunta di torrette merlate alla guelfa, cotto a vista alle finestre e archi ribassati.
Accanto alla villa sorgeva la scuderia, trasformata in stalla; sul lato nord del grande parco, formato anche da alberi di essenze esotiche, come una maestosa tuja, si apre il cancello di servizio che dava accesso alla foresteria. Il parco ospita anche la quercus robur l. ssp. robur (farnia) tutelata dalla Regione Emilia Romagna dal 1989.

Merita infine un accenno il vecchio essiccatoio, che attesta l'antica presenza di coltivazioni di tabacco nel territorio.
La produzione aveva inizio in febbraio con la preparazione del semenzaio e la semina: le piantine venivano poi trapiantate in maggio. In agosto-settembre, quando le foglie giungevano a maturazione, si procedeva alla raccolta: le raccoglitrici recidevano le foglie il più vicino possibile al fusto, deponendole in ceste sistemate tra i filari. Le foglie erano infine portate nell'essiccatoio, luogo di raccolta e trattamento del tabacco, caratterizzato da numerose aperture per l'aerazione del prodotto.

Si ringrazia il Signor Alberto Zucchini per le immagini delle ville Sanguettola, Vezzani e Gualandi.
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